Arriva l’invalidità per gli interventi chirurgici, come e quando fare la richiesta e quali sono le percentuali riconosciute.
Esiste la possibilità di ottenere un riconoscimento di invalidità in seguito a interventi chirurgici. Questa tematica è cruciale per molti individui che affrontano situazioni mediche complesse.
Infatti, solleva importanti domande su come e quando si può fare richiesta di invalidità e quali sono le percentuali di invalidità attribuibili in base al tipo di intervento chirurgico.
Invalidità per gli interventi chirurgici, tutti i dettagli
L’INPS, l’ente previdenziale italiano, ha stabilito criteri chiari per il riconoscimento dell’invalidità derivante da interventi chirurgici. Questi criteri considerano vari fattori, come il tipo di intervento, l’impatto sull’organismo, e le conseguenze che ne derivano. Le percentuali di invalidità vengono determinate in base a tabelle ministeriali, specificate nel decreto ministeriale del 5 febbraio 1992.
Un esempio significativo riguarda le donne che si sottopongono a mastectomie o asportazioni di utero e ovaio, sia per ragioni oncologiche che preventive. In questi casi, l’INPS riconosce specifiche percentuali di invalidità, considerando sia le conseguenze fisiche sia quelle psicologiche. La percentuale di invalidità riconosciuta varia a seconda del tipo di intervento e delle sue implicazioni.
Per fare domanda di invalidità civile, è necessario rivolgersi al portale dell’INPS e seguire le procedure indicate. La visita di accertamento gioca un ruolo importante nel determinare la percentuale di invalidità.
Esistono delle tabelle specifiche per l’invalidità derivata da interventi chirurgici. Le tabelle forniscono una guida chiara su come vengono valutate diverse condizioni post-operatorie. Ad esempio, interventi come la pneumonectomia o la lobectomia epatica hanno percentuali di invalidità fisse, mentre altri tipi di operazioni prevedono una valutazione che varia in un range minimo e massimo.
Apparato Respiratorio
- Biloctomia: Invalidità fissa al 61%.
- Pneumonectomia: Invalidità fissa al 45%.
- Pneumonectomia con insufficienza respiratoria media: Invalidità fissa all’80%.
- Pneumonectomia con insufficienza respiratoria grave: Invalidità fissa al 100%.
Sistema Digerente
- Esiti di trattamento chirurgico per ernia diaframmatica congenita: Invalidità dal 1% al 10%.
- Esiti di trattamento chirurgico per atresia esofagea (II e III classe): Invalidità dal 21% al 50%.
- Gastroenterostomia – Neostoma funzionante (II e III classe): Invalidità dal 21% al 41%.
- Lobectomia epatica destra: Invalidità fissa al 35%.
- Megacolon – Colostomia (II e III classe): Invalidità dal 21% al 50%.
- Esofagostomia cervicale e gastrostomia: Invalidità fissa all’80%.
Apparato Urinario
- Cistectomia con derivazione nel sigma: Invalidità dal 41% al 50%.
- Nefrectomia con rene superstite integro: Invalidità fissa al 25%.
- Cistostomia con catetere a permanenza: Invalidità dal 61% al 70%.
- Cistectomia con derivazione esterna o con neovescica e scarso controllo sfinterico:
- Invalidità dal 51% al 60%.
- Esiti di nefropatia in trattamento dialitico permanente: Invalidità dal 91% al 100%.
- Trapianto renale: Invalidità fissa al 60%.
Apparato Locomotore:
Arto Inferiore
- Esiti di trattamento chirurgico con endoprotesi di ginocchio: Invalidità fissa al 30%.
- Esiti di trattamento chirurgico con endoprotesi d’anca: Invalidità dal 31% al 40%.
- Amputazione di coscia e altre amputazioni (varie): Invalidità dal 46% al 100%.
Arto Superiore
- Esiti di trattamento chirurgico con endoprotesi di gomito: Invalidità fissa al 14%.
- Esiti di trattamento chirurgico con endoprotesi scapolo-omerale: Invalidità fissa al 25%.
- Amputazioni varie della mano: Invalidità dal 6% al 75%.
Sistema Riproduttivo
- Isterectomia totale in età fertile: Invalidità fissa al 25%.
- Salpingectomia bilaterale in età fertile: Invalidità fissa al 35%.
- Mammectomia: Invalidità fissa al 34%.
Un altro aspetto importante è il riconoscimento dell’invalidità per le donne con mutazioni BRCA1 e BRCA2, che optano per la chirurgia preventiva per ridurre il rischio di sviluppare tumori. Questo riconoscimento rappresenta un passo significativo nel supporto a pazienti con mutazioni genetiche a rischio.
Le donne ad alto rischio di sviluppare tumori hanno diverse opzioni, tra cui la sorveglianza speciale, la chirurgia di riduzione del rischio e la chemio preventiva. In alcuni casi, è possibile ottenere un’indennità di accompagnamento durante il trattamento.
Le recenti innovazioni nel sistema di welfare, che tengono conto delle scoperte mediche e genetiche, stanno ampliando l’accesso ai benefici per un numero maggiore di persone. Associazioni come aBRCAdaBRA e FAVO stanno lavorando per garantire i diritti delle donne portatrici della mutazione BRCA, contribuendo a una maggiore consapevolezza e supporto per coloro che affrontano sfide mediche complesse.